sabato 9 aprile 2016

Le lampade abbronzanti

Le prime apparecchiature per l'abbronzatura comparvero negli USA intorno agli anni '60. Si trattava per lo più di dispositivi destinati all'impiego domestico con una efficacia ed una sicurezza molto inferiore rispetto alle attuali tecnologie.

Nate da presupposti culturali ed economici, furono in realtà presentate come un prodotto sicuro o addirittura benefico, al contrario di un sole che vista la continua diminuzione dello strato d'ozono, diveniva sempre più pericoloso.

Negli ultimi anni le lampade UVA ad alta pressione hanno acquistato grande popolarità. I loro filtri dovrebbero ridurre al minimo l'esposizione alle radiazioni UVB che sono più pericolose delle precedenti nel determinare l'eritema cutaneo.

Le radiazioni UVA, se da un lato causano un minore arrossamento cutaneo, dall'altro hanno un potere abbronzante inferiore. I danni prodotti dalle lampade solari sono simili a quelli prodotti dal sole, quindi valgono le stesse avvertenze:


  • Esporsi all'abbronzatura in maniera graduale: il primo giorno è quello a più alto rischio perché la pelle è impreparata all'esposizione intensa e prolungata.
  • Proteggere gli occhi: utilizzare sempre e comunque gi occhialini protettivi, i danni per l'occhio possono essere notevoli e la semplice chiusura delle palpebre non costituisce una protezione sufficiente.

Attualmente esistono due tipi di lampade abbronzanti:

Le lampade Uv fluorescenti, costituite da tubi fluorescenti, tipo neon con i quali sono realizzati docce e lettini. Emettono Uva e anche una piccola percentuale di Uvb, e per questo i tempi di esposizione sono più ridotti (da 6 a 12 minuti circa).

Le lampade Uva ad alta pressione, aventi un filtro blu scuro davanti che modifica i raggi e consente l’abbronzatura. Vengono utilizzate in lampade per il viso e lettini. Trasmettono solo radiazioni Uva ma ad alta intensità (questa intensità può anche essere da 5 a 10 volte superiore al valore massimo di quella solare presente alla nostra latitudine). I tempi di esposizione vanno da 15 minuti per il viso a 20 per il lettino.

I dermatologi consigliano di limitare il più possibile tutti i trattamenti estetici che utilizzano radiazioni Uv; in ogni caso andrebbero preferite le lampade che emettono uno spettro simile a quello del sole, quindi non solo raggi Uva ma anche Uvb (lampade UV fluorescenti).

Per maggiore sicurezza sarebbe meglio evitare il fai da te e affidarsi a centri specializzati nell'abbronzatura artificiale come questo solarium di Limena (Padova).

venerdì 8 aprile 2016

Attenzione alle scottature

La scottatura solare è l'infiammazione della pelle dovuta a prolungate esposizioni alle radiazioni solari. Le persone di razza bianca, specialmente se bionde e di pelle chiara, sono più sensibili ai danni da radiazioni ultraviolette, perchè possiedono una quantità minore del pigmento della melanina.

Quali sono i sintomi?
  • Il primo sintomo è l'eritema o l'arrossamento della pelle, che provoca un certo fastidio, dura circa 3 o 4 giorni ed è seguito da un aumento della pigmentazione cutanea, la cosiddetta abbronzatura.
  • Se l'esposizione è prolungata la pelle diventa edematosa e si possono formare delle vesciche.
  • I sintomi cutanei aumentano per 1 o 2 giorni dopo l'esposizione al sole.
  • Qualche giorno dopo la pelle inizia a desquamarsi.
Quanto dura la scottatura?

Dipende dalla gravità della scottatura e raggiunge il suo massimo 48 ore circa dopo l'esposizione al sole.

Come trattare la scottatura?
  • Prima di tutto vanno evitate ulteriori esposizioni al sole.
  • La cute va raffreddata con una lozione di calamina o attraverso degli impacchi con acqua fresca. Le creme antistaminiche hanno poco effetto.
  • Le vesciche vanno lasciate esposte all'aria, in modo di seccarsi.
  • Bisogna evitare di vestirsi con indumenti che possono provocare irritazione o prurito.
Prevenzione
  • Evitare esposizioni prolungate al sole all'inizio delle vacanze, specialmente se si ha la pelle molto chiara e si è biondi. L'esposizione al sole deve essere prudente e molto graduale.
  • Bisogna ricordare che la nuvolosità non protegge dai raggi ultravioletti. I raggi ultravioletti, inoltre, vengono riflessi dall'acqua e dalla neve, che aumentano quindi in maniera gravosa l'esposizione della cute.
  • E' sempre meglio usare una crema protettiva antisolare, ricordando anche di rinnovare spesso l'applicazione, specialmente se si fa il bagno.
  • Ricordare che l'esposizione prolungata al sole non aumenta l'abbronzatura oltre un certo limite e che danneggia la pelle. I raggi ultravioletti infatti favoriscono la comparsa di rughe e sono collegati al cancro cutaneo.
Come prendere il sole correttamente?
  • E' meglio cominciare con 30 minuti di esposizione il primo giorno e aumentare di 30 minuti ogni giorno successivo.
  • Usare sempre una crema protettiva (anche quando si scia).
  • Non credere di non correre il rischio di scottature solo perchè il tempo è nuvoloso. L'80% dei raggi ultravioletti non viene schermato dalle nuvole.
  • Non bisogna dimenticare che ci si può scottare anche se non si sente calda la pelle, perchè c'è vento o si è bagnati.
  • Non usare profumi o dopobarba perchè possono dare reazioni allergiche sotto i raggi solari.


sabato 2 aprile 2016

Lampade abbronzanti: come funzionano?

Le lampade abbronzanti riproducono gli effetti sulla pelle dei raggi ultravioletti emessi dal Sole. Questa radiazione solare a breve lunghezza d’onda (gli ultravioletti si distinguono in due frazioni: gli UV-A, che abbronzano, e gli UV-B, più energetici e più dannosi, perché penetrano in profondità) stimola la produzione di melanina, un pigmento di colore rossiccio o nero: questo meccanismo è in realtà una difesa del corpo contro gli effetti degli ultravioletti, che possono danneggiare le cellule della pelle.

Quando i raggi ultravioletti colpiscono la pelle, attivano il meccanismo: aumenta il flusso sanguigno nella cute, la pelle diventa rossa, aumenta il calore sull’epidermide. Alcune cellule presenti nel derma, i melanociti, cominciano a produrre la melanina e la riversano all’esterno: le altre cellule la assorbono e la pelle assume così una colorazione sempre più scura.

La melanina crea uno schermo che blocca la penetrazione dei raggi in profondità. Se si esagera con la lampada, così come accade con i raggi solari, si rischia prima una disidratazione delle cellule della pelle e in seguito un danneggiamento delle fibre elastiche e del collagene presenti negli strati più profondi: lo stesso fenomeno che si verifica nell’invecchiamento.

Le lampade di ultima generazione poi sono spesso troppo potenti, poiché si vuole constatare immediatamente l’avvenuta abbronzatura e soddisfare la vista del cliente. Le lampade andrebbero utilizzate il meno possibile quindi, per i ben noti effetti collaterali a breve e a lungo termine:

  • eritema, 
  • orticaria da raggi UV, 
  • dermatite polimorfa da raggi UV, 
  • invecchiamento cutaneo e inaridimento, 
  • reazioni fototossiche, 
  • reazioni fotoallergiche, 
  • tumori della pelle.

L’abbronzatura che si ottiene con le lampade, per quanto gradevole e intensa, è comunque diversa da quella che si ha esponendosi al sole perchè le lampade sono in grado di rendere più scura la pelle ma stimolando solo la melanina più superficiale, con un effetto che dura soltanto un paio di giorni; sono invece i raggi Uvb a stimolare la produzione di melanina profonda, ma le lampade ne lasciano passare una quantità minima.

Questo è il motivo per cui, contrariamente a quel che si pensa, è inutile fare lampade abbronzanti prima di andare al mare: la pigmentazione ottenuta con le lampade Uva non fornisce alla pelle lo stesso grado di fotoprotezione che si ottiene con la radiazione solare, che rende la pelle anche più resistente e spessa.